E ancora una volta ripenso a quel maledetto giorno…MANCHI da morire! Mi mancano le nostre chiacchierate
Zaira, Dicembre 2020
E ancora una volta ripenso a quel maledetto giorno…MANCHI da morire! Mi mancano le nostre chiacchierate
Zaira, Dicembre 2020
Ho aspettato un po’ per restituirti questa foto, amico mio. Ma stasera mi sembra la volta buona. Aspettavo un’altra neve. Come un foglio bianco. Così da poterci riscrivere sopra.
Gabriele, Febbraio 2018
Come tutte le persone che sanno che la Bellezza e la Cultura si possono trovare anche in forme inaspettate, Alessandro – come me, del resto – era convinto che anche il Cinema fosse un’arte, e come tale andava studiato, approfondito nei dettagli per essere pienamente apprezzato. Era una passione che amava condividere, e che ci legava. Non era l’unica che avevamo in comune, ma rispetto alle altre aveva una particolarità: vuoi perché avevamo visto insieme decine di film, vuoi perché entrambi potevamo contare su una memoria di ferro, non c’era occasione in cui non ci sfidavamo scherzosamente a dei quiz sul mondo del cinema, improvvisati da noi stessi. Una canzone ascoltata alla radio diventava un brano di una colonna sonora da indovinare, una battuta si rivelava una citazione da una pellicola da decifrare… Queste sfide cinefile finivano immancabilmente in pareggio, suggellato da una bevuta o da una nuotata in piscina, perché, senza falsa modestia, sapevamo entrambi il fatto nostro.
Una sera, spinti più dalla curiosità che da spirito di competizione, ci ritroviamo in un Pub dove la serata è animata da un quiz a premi in cui ciascun tavolo rappresenta una squadra concorrente: si ascoltano spezzoni di film e poi si scrive tutto ciò che si riesce a capire – titolo, attori…- . Roba per veri intenditori. Alessandro ed io ci guardiamo intorno: ci saranno minimo sei persone su ciascuna tavolata, addirittura scorgiamo un gruppo di venti persone! E dove andiamo contro queste corazzate? Tranquilli, andiamo, andiamo…
Per nulla intimoriti dall’inferiorità numerica, arriviamo fino al termine della serata pur gareggiando solo in due. Non vinciamo ma ci guadagniamo il rispetto di tutto il pubblico a suon di risposte esatte.
A questa serata ne sono seguite altre, poi altre ancora, sempre in due, duellando con gli squadroni, armati solo della nostra memoria e della nostra passione. E sempre riuscendo a dire la nostra. Partito come un semplice esperimento, è diventata una piacevole abitudine.
Un disgraziato pomeriggio di gennaio ha interrotto questo sodalizio, questa collaborazione tra due amici.
Ma tutto il meraviglioso bagaglio di ricordi che questa storia ha creato è ancora intatto, niente e nessuno può scalfirlo.
È un bagaglio corposo, a volte un po’ pesante da portare – mi ricorda di una persona che non è più con me, almeno fisicamente – ma che porto sempre con me e che mostro agli altri sempre volentieri. Perché anche l’amicizia, quella autentica, può essere un film comico o drammatico, ma non si arriva mai ai titoli di coda.
Marcello, Aprile 2017
1_I met Alessandro in Germany and he was my colleague in Arvato. He was really passionate about my culture, and we had a lot of conversations and laughs together. Alessandro was really clever person and active, open minded and interested by a lot of things in life. I’ve promised him to visit him when he was working in the hotel and then, happened this fatal tragedy for him, his family and his friends, all people who loves him. I will always remember all the fantastic moments and the nickname « Napoleon » from your imagination, mon pote. Sleep well Alessandro
2_Je t’entends encore rire et sourire, de belles images pour l’éternité mon ami, tu nous manques beaucoup, je viendrai te rendre visite en Italie comme je te l’avais promis maintes et maintes fois lors de nos discussions Grosse pensée pour toi
On a plusieurs chats ici à la maison, tu les adorerais, j’en suis sûr.
Pierre, Gennaio 2017
Negli ultimi anni, ormai, tra un tg che parla di calamità naturali di qua, un giornale che scrive di attentati di là, un trafiletto che riassume gli incidenti mortali di su e di giù, hai creduto di esser divenuto « assuefatto » dalle piccole e grandi tragedie quotidiane.
Finché, tra tanti di questi morti, uno in particolare è un amico con cui, pur tra alterne vicende, condividi esperienze fin da quando la vostra età si contava sulle dita di una mano.
È allora che, come se non avessi mai creduto più possibile, senti il cuore stringersi ed un vuoto dentro che ti avvolge per una settimana, nonostante cerchi di continuare a vivere « come se niente fosse ».
E laddove dicevi « purtroppo queste cose capitano », ora non riesci a non pensare che, no, non doveva finire così, e continui a sentire una voce urlare dentro « perché?! non è giusto! ».
E ricordi le chiacchierate tra i banchi delle elementari; quando, una dozzina di anni dopo, vi siete ritrovati all’unversità; ricordi anche il weekend della laurea, e le varie uscite che, per altri dieci anni, almeno una volta l’anno facevate in gruppo.
Prima di sentire la notizia del suo nome tra i dispersi, ed oggi, al rientro dal lavoro, tra i morti.
Nessuno vorrebbe vedere gli altri soffrire per la propria scomparsa. Ma così è, inutile nasconderlo, almeno in questo post.
Addio Ale Riccio !
Carlo, Gennaio 2017
La giornata di oggi rappresenta una triste pietra miliare della mia esistenza. Per la prima volta perdo un coetaneo che è stato mio amico, che ho frequentato e che ha segnato parte della mia infanzia. Prima d’ora ho solo perso – con tristezza, per carità – persone più anziane o persone che non avevo conosciuto o vissuto direttamente.
Sono consapevole che questo sia solo l’inizio.
Di Alessandro vorrei parlare con i ricordi di un bambino, perchè sono ricordi semplici, veri e molto molto nitidi nella mia memoria. Alessandro non era come un fratello per me, perchè abbiamo fatto insieme le elementari e, al tempo, ci siamo frequentati molto per poi sentirci sporadicamente man mano che le nostre vite sono andate per piccole micro-strade diverse (scuole diverse, giri di amici diversi, etc.). Ciò non toglie, però, che la mia infanzia sia molto legata alla sua figura. E in questo modo ne parlo.
Ricordo tra tutte tre cose come se fossero accadute ieri. In realtà sono accadute più di 20anni fa e rivivo un’epoca diversa nel parlarne.
– Micro-machines: a casa sua facevamo grandi feste di compleanno. Per me il top del top era rinchiudermi in camera con i nostri amichetti a giocare a Micro-machines il videogioco. Correva l’anno 1993 e potete immaginare la grafica di quelle macchinine sul tubo catodico. Non ricordo nemmeno se giocassimo con un Nintendo 8bit o un Commodore. Dettagli da nerd, si intende, ma segnano un’epoca di vita. Chissà quante volte gli avrò ripetuto “dai Riccetti, tu ce lo puoi avere tutti i giorni, fai giocare anche me”. Ricordo benissimo il divertimento di quelle macchinine che passavano su pixel giganti che rappresentavano tovaglie, tavoli e cereali. Se non avete mai giocato a MM, non potete capire. Per me, a 9 anni, quella era una figata senza paragoni. Lui era sempre inclusivo, buono. E mi lasciava giocare.
– Il tappeto delle macchinine. Di fronte a quel televisore c’era un tappeto semplicissimo, con una pista di macchinine disegnata sopra. Inutile dire che fosse il ripiego quando non mi facevano giocare al videogioco, ma che fantastico ripiego. Ricordo che a casa mia mi sforzavo a riprodurre quel tappeto con dei fogli da disegno, tanto volevo quel gioco. Lo avessi veramente avuto, forse oggi non ricorderei così bene quei pomeriggi da Alessandro. Quante macchinine sfasciate su quella pista, che divertimento.
– Gli 883 e “Come Mai”. Eh si, il 1993 ci ha regalato Max Pezzali. Non ho mai capito se fossero una fissazione di suo fratello o la sua o la nostra. Ma ad un certo punto si correva tutti in salone, dove c’era lo stereo e partiva “Come Mai”. Noi tutti insieme, disposti in coro a cantare a squarciagola senza nemmeno capire alcuni passaggi della canzone. Questo mi viene in mente ogni volta che questa canzone passa alla radio o che la sento oggi che non ci servono più saloni, stereo, cassette o dischi per sentirla. Un dettaglio da nerd: io ero sempre tra il coro e lo stereo, quelle lancette del volume erano troppo belle nell’andare su e giù mentre la canzone andava. Io non ce le avevo quelle lancette e mi affascinavano tanto (il progresso in quel momento era il LED invece della lancetta). Mi pare che quelle cantate ce le registrassimo, ma non sono sicuro…. Chissà se esistono cassette?
Beh voi vi starete chiedendo “ma tutto questo che c’entra con il ricordo di Ale?”. Beh questi sono mattoncini della mia vita, che hanno segnato i miei gusti, la mia esperienza, la mia infanzia. E Ale è parte di questo. Certo, di tutto questo però, ricordo ancora due cose.
Ricordo che Ale era forse “il più buono” tra i miei compagnucci, mite, simpatico, divertente e sempre accogliente. Sembra un cliché ma non ricordo di averci mai litigato. O forse si, per giocare a MM? Ricordo fosse quell’amico col quale divertirsi senza agitazione, che fosse in casa al compleanno o al parco Cardeto.
Lo ricordo attraverso quegli occhiali che vedete anche oggi nelle foto diramate dalle agenzie. Li ha sempre avuti e gli facevano gli occhioni grandi grandi: chissà quante volte da bambino lo avrò preso in giro per questo, trovandolo divertente.
Pensare che quegli occhioni non li vedremo più, è una cosa difficile da immaginare.
Grazie Ale, per tutte le cantate e le partite insieme. Io ti ricordo così, come un bambino.
Buonanotte.
Leonardo, Gennaio 2017