E ancora una volta ripenso a quel maledetto giorno…MANCHI da morire! Mi mancano le nostre chiacchierate

Zaira, Dicembre 2020

Ho aspettato un po’ per restituirti questa foto, amico mio. Ma stasera mi sembra la volta buona. Aspettavo un’altra neve. Come un foglio bianco. Così da poterci riscrivere sopra.

Gabriele, Febbraio 2018

Come tutte le persone che sanno che la Bellezza e la Cultura si possono trovare anche in forme inaspettate, Alessandro – come me, del resto – era convinto che anche il Cinema fosse un’arte, e come tale andava studiato, approfondito nei dettagli per essere pienamente apprezzato. Era una passione che amava condividere, e che ci legava. Non era l’unica che avevamo in comune, ma rispetto alle altre aveva una particolarità: vuoi perché avevamo visto insieme decine di film, vuoi perché entrambi potevamo contare su una memoria di ferro, non c’era occasione in cui non ci sfidavamo scherzosamente a dei quiz sul mondo del cinema, improvvisati da noi stessi. Una canzone ascoltata alla radio diventava un brano di una colonna sonora da indovinare, una battuta si rivelava una citazione da una pellicola da decifrare… Queste sfide cinefile finivano immancabilmente in pareggio, suggellato da una bevuta o da una nuotata in piscina, perché, senza falsa modestia, sapevamo entrambi il fatto nostro.

Una sera, spinti più dalla curiosità che da spirito di competizione, ci ritroviamo in un Pub dove la serata è animata da un quiz a premi in cui ciascun tavolo rappresenta una squadra concorrente: si ascoltano spezzoni di film e poi si scrive tutto ciò che si riesce a capire – titolo, attori…- . Roba per veri intenditori. Alessandro ed io ci guardiamo intorno: ci saranno minimo sei persone su ciascuna tavolata, addirittura scorgiamo un gruppo di venti persone! E dove andiamo contro queste corazzate?  Tranquilli, andiamo, andiamo…

Per nulla intimoriti dall’inferiorità numerica, arriviamo fino al termine della serata pur gareggiando solo in due. Non vinciamo ma ci guadagniamo il rispetto di tutto il pubblico a suon di risposte esatte.

A questa serata ne sono seguite altre, poi altre ancora, sempre in due, duellando con gli squadroni, armati solo della nostra memoria e della nostra passione. E sempre riuscendo a dire la nostra. Partito come un semplice esperimento, è diventata una piacevole abitudine.

Un disgraziato pomeriggio di gennaio ha interrotto questo sodalizio, questa collaborazione tra due amici.

Ma tutto il meraviglioso bagaglio di ricordi che questa storia ha creato è ancora intatto, niente e nessuno può scalfirlo.

È un bagaglio corposo, a volte un po’ pesante da portare – mi ricorda di una persona che non è più con me, almeno fisicamente – ma che porto sempre con me e che mostro agli altri sempre volentieri. Perché anche l’amicizia, quella autentica, può essere un film comico o drammatico, ma non si arriva mai ai titoli di coda.

Marcello, Aprile 2017

.. Arrivo a lavoro, fuori c’è Dame che spacca la legna e vicino a lui ci sono i nostri cagnoloni.
Poso la borsa sulla sedia rossa davanti la reception vado verso il bar e trovo Alessandro a preparare il cappuccino a Roberto, dico buongiorno e facciamo colazione insieme mentre mi elenca tutte le cose da fare in giornata. Sto in turno al ricevimento con Ale, sta litingando al telefono con una signora che dice che in nessun hotel del mondo gli hanno mai chiesto la caparra. Arriva Linda, a chiedere il prospetto Delle camere e nel frattempo vedo scendere dalle scale Ilaria con la sua divisa bianca e nera e Luana, maglietta bianca e pantaloni a quadretti bianchi e neri, pronte ad iniziare un altro giorno di lavoro. È ora di pranzo e Gabriele ci chiede se sono pronti i menù, è tardi e devono aprire la sala…Nel frattempo Alessandro predica che stiamo in due e n’arsulvem 😂.
D’improvviso arrivano Marinella e Cecilia, è la pausa pranzo e prendendo il caffè mi raccontano di una signora milanese dai modi un po’ particolari.. quante risate ci siamo fatte! Ed erano bellissime e felici, spero davvero siate così.
Scende Emanuele, nella sua divisa nera con la cravatta rossa, bello ed elegante come sempre. Mi dice « è ora che vai, ci sono io ora che ti do il cambio, torna a casa da Nicolas » e mi sveglio… Era un sogno…fino a due mesi fa non era altro che la mia vita di tutti i giorni, era la normalità, era il mio punto fermo ed ora ciò che mi rimane è la preghiera che possiate venirmi incontro nei miei sogni e dare un po’ di tregua a questi giorni pieni di dolore😔
Angelica, Marzo 2017
Due mesi…possibile che sia passato già così tanto tempo??? Non ci credo più di tanto a quello che è successo,ho bisogno di vedere per credere,ma tornerò e vedrò tutto con i miei occhi e soffrirò,tanto,perché adesso la mancanza si fa sentire ma sembra quasi surreale,è un velo che appanna gli occhi come una ragnatela e fa vedere il mondo sfocato, ti avrei voluto vedere Emanuele Bonifazi con la mia bambina tra le braccia e farmi grasse risate,saresti venuto a trovarci insieme a Luana Biferi e Ilaria Di Biase e ti avremmo preso in giro,Marinella e Ale Riccio mi avrebbero mandato gli auguri al telefono visto la loro riservatezza,Linda Salzetta tu invece saresti venuta a darmi una mano a casa e ti avrei chiamato quasi disperata!!! Gabriele D’angelo e Alex mi avrebbero rimandato gli auguri dallo chef e a Faye Dame avrei mandato una foto della bimba per farla conoscere al suo bambino, Cecilia addirittura avrebbe mandato un messaggio sulla PlayStation!!! E Roberto,lui l’avrebbe vista per la prima volta quando sarei riuscita ad andare lì per prendere un po’ d’aria pulita e sicuramente avrebbe detto che la bimba è uguale al padre…ma non accadrà,ormai è troppo tardi.
Mancate davvero tanto 💔
Nadia, Marzo 2017
Quanto mi manchi zio, oramai ci sentivamo tutti i giorni diventata un abitudine, dal classico « che se fa » al « quanta gente ci sta » e tu sempre lì nella tua sedia che rispondevi subito. La sera ti facevo sempre compagnia e mi dicevi sempre  » dai resta un altro po' » quando dovevo andare a dormire per affrontare il giorno successivo, sempre timido con tutti poi ti aprivi a me e mi parlavi di tutto, fino a quando sei stato portato via insieme agli altri. in cielo, dove da lassù ci veglierete come angeli a guidare i nostri sogni, le nostre scelte e tante altre cose. Grazie di cuore, come già sapevi eri un fratello maggio per me, vi penso sempre ❤️❤️❤️
Paolo S., Febbraio 2017
So solo una cosa, che il tempo passa, non capisco se sta passando in fretta o se sembra che il tempo si sia fermato a quel giorno. Sicuramente il tempo scorre, ma il cuore, la mente, tutta l’anima è ferma ancora a quel 18 Gennaio. Un giorno come tanti altri all’apparenza, avevamo iniziato la mattina di quel giorno maledetto con forti scosse di terremoto, la troppa neve, io non ero a lavoro, ma non so perché ogni minuto di quella giornata l’ho passato pensando ai miei amici che erano su a lavorare, tenendomi sempre in contatto con loro. Poi nel bel mezzo del pomeriggio nessuno rispondeva più, e dopo qualche ora è arrivata la notizia della forte slavina sull’Hotel Rigopiano. Attimi e momenti di sbigottimento, una slavina? Oltre al terremoto nel mio paesello dobbiamo pensare alle slavine? Nella mia testa si iniziavo a formare pensieri surreali, non riuscivo a capire cosa significasse quel termine « slavina » e perché c’era tutto questo allarmismo, credevo che la troppa neve avesse bloccato le uscite, immaginavo che tutte le persone erano rimaste bloccate lí dentro ma erano al caldo, al sicuro, tutti insieme a bere the e aspettare che qualcuno andasse a prenderli. Forse, inconsciamente, aveva già iniziato a sperare. La mattina seguente, vedendo le immagini presi realmente coscienza quello che la montagna e la neve avevano deciso di fare: UNA FORTE VALANGA aveva invaso pienamente quel posticino da sogno, il sogno era diventato solo un gran mucchio di neve, e sotto tutta quella neve c’erano loro, i miei amici e altre persone che avevano scelto di rilassarsi proprio lí, in quel posto che ormai, anche io che ci passavo gran parte della mia, non si riusciva a capire che fine avesse fatto. Guardavo sconvolta le prime foto e cercavo di studiarmele, cercavo di capire da che posizione/angolazione erano state scattate, ma non capivo, non potevo capire. Passano i giorni e nessuno riesce ad avere notizie, sapevamo solo che la situazione era drammatica, ma c’era tanta voglia e tanta speranza di sentire che stavano tutti bene, iniziarono le prime chiamate che purtroppo due dei nostri amici erano stati trovati, ma purtroppo non c’erano speranze, poi fortunatamente ci dissero delle sei persone in vita, e lí quella speranza cresceva ancora di più. Dopo il salvataggio dei superstiti passarono ancora dei giorni fin quando non arrivò quella brutta chiamata che erano riusciti ad arrivare dove erano quasi tutti, ma purtroppo dopo una settimana da quella maledetta valanga, la mia amica era stata estratta si, ma anche per lei non c’era più nulla da fare. Il mio cuore non poteva reggere al solo pensiero di dover salutare i miei amici, undici per l’esattezza, chiusi dentro una bara senza poterli abbracciare e senza vedere i loro sorrisi, pensavo che era un’ingiustizia, e invece purtroppo l’incubo prendeva sempre più forma, la montagna, la neve, il terremoto, la natura aveva deciso per loro la loro fine, aveva deciso la mia fine. Sì è proprio questa la parola esatta, per me a distanza di un mese è ancora la FINE. A distanza di un mese ancora non riesco a credere che loro e la mia seconda casa non ci siano più, non riesco ad accettare la brutalità della natura che ha deciso per loro, non riesco ad accettare una vita senza quel posto, ma soprattutto una vita senza quelle undici persone. Molte persone (anch’esse colpite da un forte lutto), a tutt’oggi, pensano e dichiarano che noi non abbiamo perso nulla, sicuramente io non ho perso una madre, un padre, un fratello, una sorella o un figlio, ma posso dire che ho perso l’anima della mia vita, ho perso UNDICI AMICI, ed il dolore è tanto è troppo, ogni giorno è sempre peggio, ogni giorno, ogni notte prima che mi addormenti il mio pensiero è che prima o poi tornerò su da voi a lavorare, ridere e scherzare con voi, ma tutto questo non è possibile perché voi non ci siete più.
Luana, Ilaria, Emanuele, Alessandro, Gabriele, Ale, Faye Dame, Linda, Marinella, Cecilia e tu ROBERT mi mancate ogni secondo di più, come faccio a riuscire a credere che sia vero? Ho vissuto giorni terribili, strazianti dal dolore e andrà sempre peggio. Come faccio a non vedervi più? Come faccio a non pensarvi? Come faccio ad andare avanti dopo tutto questo? In qualsiasi posto mi trovo è inutile, il mio pensiero è sempre con voi, il mio pensiero è sempre a Rigopiano.
Se ci penso mi viene da dire che è solo un mese che voi non ci siete più e tutto questo sarà così per tutta la vita, ho il magone, ho un dolore dentro che non riesco a descrivere, è andato tutto storto e non so come sarà possibile riuscire ad aggiustare tutto.
MI MANCATE, TROPPO, TUTTI.
ORMAI HO SOLO IL VUOTO DENTRO.
Grazia, Febbraio 2017
Sarà sempre più difficile… non riesco a non pensarvi ma non riesco ancora a rendermi conto che non ci siete più… 💔😢 Non si possono dimenticare 11 persone speciali che hanno condiviso con me un periodo importante della mia vita, momenti di crescita personale, bellissimi rapporti nati e altri consolidati in quei luoghi che non si possono dimenticare, quei luoghi speciali che hanno fatto da cornice alla mia vita con loro per 5 anni!!! 💔😢 Cercherò di mettere quei sorrisi, quegli abbracci, quelle pacche sulla spalla, le risate, i nervosismi che passavano in un attimo, le battute, l’armonia e tutti i bei ricordi al posto del vuoto che mi ha lasciato questa assurda valanga! 💔 ♥️
Ciao ragazzi ♥️❤️♥️
Paolo M., Febbraio 2017
Avevamo smessaggiato tramite Messenger di questo argomento……. ma purtroppo io ero nello stesso stato d’animo …. e l’unica cosa che gli ho detto facciamoci compagnia restiamo in contatto …. poi mi smessaggiò mentre ero a una cena della fraternità voleva capire cosa ne pensavo di un articolo uscito su Julian Carron…ma chiedendogli scusa gli ho detto che lo avrei richiamato il giorno dopo ! Me ne sono dimenticata e non l’ho sentito più !!!!
IO tutta la mia famiglia i miei figli più grandi ti ricordano con tanto affetto !!!
Grazie per la caritativa che hai fatto a casa mia da studente …. Grazie della bella amicizia carissimo Alessandro e grazie delle belle parole di conforto che ho ricevuto da tuo Fratello Daniele — commossa.
Valentina, Febbraio 2017
Stanotte ti ho sognato amico mio. Ho sognato che eri finalmente fuori. Libero. In mezzo a noi. E ti festeggiavamo. Perché eri così: come affacciato sulla finestra della realtà. Tanto ne rimanevi ferito. Dalla sua bellezza e dal suo mistero. Tanto eri capace di ritornare a guardarla con uno sguardo sempre nuovo. Aperto. Eri bello e sorridente ieri notte con quegli occhi tanto grandi quanto carichi di attesa di un bene. Non credo di aver mai conosciuto una persona più umile, buona e genuina di te. Così oggi ti ho rivisto in un mio alunno, con gli stessi grandi occhiali​, il fisico esile e i capelli color oro. Che la bellezza del nostro incontro possa essere guida per il mio cammino. Sei stato in questi anni lì a ricordarmi che si può essere ancora originali in un mondo così contraddittorio. Che si può rimanere legati all’origine. Alla verità del proprio cuore. Senza avere superpoteri, ma con la semplicità del quotidiano. Grazie amico mio. Grazie per aver incontrato la mia strada. Grazie per le chiacchierate in biblioteca. Grazie per l’ultima serata di ottobre. Fa buon viaggio. Bella Ale!
Gabriele, Gennaio 2017

1_I met Alessandro in Germany and he was my colleague in Arvato. He was really passionate about my culture, and we had a lot of conversations and laughs together. Alessandro was really clever person and active, open minded and interested by a lot of things in life. I’ve promised him to visit him when he was working in the hotel and then, happened this fatal tragedy for him, his family and his friends, all people who loves him. I will always remember all the fantastic moments and the nickname « Napoleon » from your imagination, mon pote. Sleep well Alessandro

2_Je t’entends encore rire et sourire, de belles images pour l’éternité mon ami, tu nous manques beaucoup, je viendrai te rendre visite en Italie comme je te l’avais promis maintes et maintes fois lors de nos discussions ❤️ Grosse pensée pour toi 🙌 On a plusieurs chats ici à la maison, tu les adorerais, j’en suis sûr.

Pierre, Gennaio 2017

Negli ultimi anni, ormai, tra un tg che parla di calamità naturali di qua, un giornale che scrive di attentati di là, un trafiletto che riassume gli incidenti mortali di su e di giù, hai creduto di esser divenuto « assuefatto » dalle piccole e grandi tragedie quotidiane.

Finché, tra tanti di questi morti, uno in particolare è un amico con cui, pur tra alterne vicende, condividi esperienze fin da quando la vostra età si contava sulle dita di una mano.

È allora che, come se non avessi mai creduto più possibile, senti il cuore stringersi ed un vuoto dentro che ti avvolge per una settimana, nonostante cerchi di continuare a vivere « come se niente fosse ».
E laddove dicevi « purtroppo queste cose capitano », ora non riesci a non pensare che, no, non doveva finire così, e continui a sentire una voce urlare dentro « perché?! non è giusto! ».

E ricordi le chiacchierate tra i banchi delle elementari; quando, una dozzina di anni dopo, vi siete ritrovati all’unversità; ricordi anche il weekend della laurea, e le varie uscite che, per altri dieci anni, almeno una volta l’anno facevate in gruppo.
Prima di sentire la notizia del suo nome tra i dispersi, ed oggi, al rientro dal lavoro, tra i morti.

Nessuno vorrebbe vedere gli altri soffrire per la propria scomparsa. Ma così è, inutile nasconderlo, almeno in questo post.
Addio Ale Riccio !

Carlo, Gennaio 2017

La giornata di oggi rappresenta una triste pietra miliare della mia esistenza. Per la prima volta perdo un coetaneo che è stato mio amico, che ho frequentato e che ha segnato parte della mia infanzia. Prima d’ora ho solo perso – con tristezza, per carità – persone più anziane o persone che non avevo conosciuto o vissuto direttamente.

Sono consapevole che questo sia solo l’inizio.

Di Alessandro vorrei parlare con i ricordi di un bambino, perchè sono ricordi semplici, veri e molto molto nitidi nella mia memoria. Alessandro non era come un fratello per me, perchè abbiamo fatto insieme le elementari e, al tempo, ci siamo frequentati molto per poi sentirci sporadicamente man mano che le nostre vite sono andate per piccole micro-strade diverse (scuole diverse, giri di amici diversi, etc.). Ciò non toglie, però, che la mia infanzia sia molto legata alla sua figura. E in questo modo ne parlo.

Ricordo tra tutte tre cose come se fossero accadute ieri. In realtà sono accadute più di 20anni fa e rivivo un’epoca diversa nel parlarne.

– Micro-machines: a casa sua facevamo grandi feste di compleanno. Per me il top del top era rinchiudermi in camera con i nostri amichetti a giocare a Micro-machines il videogioco. Correva l’anno 1993 e potete immaginare la grafica di quelle macchinine sul tubo catodico. Non ricordo nemmeno se giocassimo con un Nintendo 8bit o un Commodore. Dettagli da nerd, si intende, ma segnano un’epoca di vita. Chissà quante volte gli avrò ripetuto “dai Riccetti, tu ce lo puoi avere tutti i giorni, fai giocare anche me”. Ricordo benissimo il divertimento di quelle macchinine che passavano su pixel giganti che rappresentavano tovaglie, tavoli e cereali. Se non avete mai giocato a MM, non potete capire. Per me, a 9 anni, quella era una figata senza paragoni. Lui era sempre inclusivo, buono. E mi lasciava giocare.

– Il tappeto delle macchinine. Di fronte a quel televisore c’era un tappeto semplicissimo, con una pista di macchinine disegnata sopra. Inutile dire che fosse il ripiego quando non mi facevano giocare al videogioco, ma che fantastico ripiego. Ricordo che a casa mia mi sforzavo a riprodurre quel tappeto con dei fogli da disegno, tanto volevo quel gioco. Lo avessi veramente avuto, forse oggi non ricorderei così bene quei pomeriggi da Alessandro. Quante macchinine sfasciate su quella pista, che divertimento.

– Gli 883 e “Come Mai”. Eh si, il 1993 ci ha regalato Max Pezzali. Non ho mai capito se fossero una fissazione di suo fratello o la sua o la nostra. Ma ad un certo punto si correva tutti in salone, dove c’era lo stereo e partiva “Come Mai”. Noi tutti insieme, disposti in coro a cantare a squarciagola senza nemmeno capire alcuni passaggi della canzone. Questo mi viene in mente ogni volta che questa canzone passa alla radio o che la sento oggi che non ci servono più saloni, stereo, cassette o dischi per sentirla. Un dettaglio da nerd: io ero sempre tra il coro e lo stereo, quelle lancette del volume erano troppo belle nell’andare su e giù mentre la canzone andava. Io non ce le avevo quelle lancette e mi affascinavano tanto (il progresso in quel momento era il LED invece della lancetta). Mi pare che quelle cantate ce le registrassimo, ma non sono sicuro…. Chissà se esistono cassette?

Beh voi vi starete chiedendo “ma tutto questo che c’entra con il ricordo di Ale?”. Beh questi sono mattoncini della mia vita, che hanno segnato i miei gusti, la mia esperienza, la mia infanzia. E Ale è parte di questo. Certo, di tutto questo però, ricordo ancora due cose.

Ricordo che Ale era forse “il più buono” tra i miei compagnucci, mite, simpatico, divertente e sempre accogliente. Sembra un cliché ma non ricordo di averci mai litigato. O forse si, per giocare a MM? Ricordo fosse quell’amico col quale divertirsi senza agitazione, che fosse in casa al compleanno o al parco Cardeto.

Lo ricordo attraverso quegli occhiali che vedete anche oggi nelle foto diramate dalle agenzie. Li ha sempre avuti e gli facevano gli occhioni grandi grandi: chissà quante volte da bambino lo avrò preso in giro per questo, trovandolo divertente.

Pensare che quegli occhioni non li vedremo più, è una cosa difficile da immaginare.

Grazie Ale, per tutte le cantate e le partite insieme. Io ti ricordo così, come un bambino.

Buonanotte.

Leonardo, Gennaio 2017

..Sto pensando che io non posso, non riesco e soprattutto non voglio lasciarvi andare!! Come si può superare tutto questo, come si fa a dire addio a 11 amici! 💔 Luana, Ilaria, sempre buone e gentili. Ale ed Emanuele colleghi di tanti turni, di tante risate. Cecilia mai arrabbiata, mai che ti fossi lamentata di qualcosa, non uscivi mai dal mio ufficio senza dirmi buon lavoro.Gabriele e Alessandro…. sono sicura che state bisticciando anche in paradiso, eravate come cane e gatto ma vi volevate in bene infinito. Dame, quando ti venivo a chiamare che qualcosa non andava e tu dicevi  » no ti preoccupare questo non e’ problema » Linda, carica di sogni ed instancabile lavoratrice e poi.. le persone con cui tutto è iniziato, Marinella, la mia marinellina, sono così abituata a chiamarti stellina che ogni volta che ti cerco non faccio altro che guardare in cielo, nella speranza di un tuo cenno.. e per ultimo Roberto, la mia guida, il mio pilastro che purtroppo ieri si è spezzato portando via anche me. Da una parte penso che tu abbia preferito morire piuttosto che salvarti e vedere tutti i tuoi sogni spazzati via.
Quella maledetta valanga ha ucciso anche una parte di me, mi ha spezzato in un modo così duro che niente ora sembra possibile.
Vedervi andare via e dirvi addio uno and uno sarà straziante come niente lo è stato fino a questo momento ed io non sono pronta!
Con voi seppelisco 9 anni della mia vita, seppelisco il luogo che mi ha regalato tante gioie e chi mi ha tradito nel modo più brutale che possa esistere.
Nel paradiso io ci credo, e so che lassù, in un angolino da qualche parte, tu Roberto hai creato una piccola sala garden, con un bel camino in pietra, qualche divanetto di vimini, dei cuscini e dei plaid ed ora siete lì, tutti insieme.❤
Mancate troppo💔
Angelica, Gennaio 2017
Lo stesso sorriso che mi suscita questa foto di vecchi frizzi, spero tu lo possa mostrare a Chi di dovere appena incontrandoLo ti persuaderà della necessità di questa sorte a noi incomprensibile e ignota.. nella lingua che preferisci, digli che Lo ringrazio per avermi fatto incrociare per un pezzetto di strada la tua. Per la bontà, mitezza e umiltà che ti metteva in cuore. Ale Riccio
Sonia, Gennaio 2017
Ale Riccio ci abbiamo sperato tutti fino alla fine…ho avuto bisogno di vederlo scritto almeno 4 volte prima di iniziare a realizzare che è davvero così…e,forse,ancora non mi sembra possibile. Mancherai a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti perché eri davvero una splendida persona, un animo gentile e sensibile e pieno di affetto per i tuoi amici.
Milena, Gennaio 2017
This is the hardest thing I have ever had to write. Today, I lost one of my best friends to the avalanche in Abruzzo. Ale Riccio and I worked in Germany together and with our mutual love of languages, music and dining out, we quickly became friends and taught each other the slang from our mutual mother tongues, with Alessandro being like C3P0 from Star Wars, fluent in almost everything. My Italian needs improving though! Ale was a quiet man with a great sense of humour and loved to joke around, but never hurt anybody. He had great knowledge and dreamed of travelling around the world, including Australia and the UK. When we last spoke at New Year, he told me he had applied for a job in London, and we thought that the « Self-Preservation Society » from the Italian Job would be re-united. Now, that can never happen, and the world is one more good person down. The last few days have been absolute torture, praying that the rescue team could get him out of the snow and rubble of the hotel where he was working as a receptionist. It is especially cruel that this happened around his birthday. My thoughts and condolences go out to his family and friends, from whom he had to move away for work in these tough economic times, plus all of the other victims of this disaster. Ciao zio. I’ll miss you and your big nerdy glasses, mate. See you in the next one. Riposa in pace, Sig. Riccetti.
Danial, Gennaio 2017
Quel mix di terra e neve
non ti è stato affatto lieve,
preghiere e speranza son crollate
di fronte all’evidenza,
uomo o fato, le colpe sono state tante,
spero tu non abbia sofferto un solo istante.
Buon viaggio Alessandro.
Emanuele, Gennaio 2017